Pagina:Vico - La scienza nuova, 1, 1911.djvu/101

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occasione di meditarsi quest’opera 7

molto accrescere il libro della Scienza nuova la prima volta stampato; che ’l signor don Giulio Torno1, canonico e dottissimo teologo di questa Chiesa napoletana, per una sua altezza d’animo con cui guarda le nostre cose, voleva far qui stampare con alquanti associati; ma io, priegandolo, ne ’l rimossi, avendo di già truovati questi Principii per la via positiva.

Finalmente, dentro il mese d’ottobre dell’anno 17292 pervenne in Venezia, ricapitato al padre Lodoli, il compimento delle correzioni al libro stampato e dell’Annotazioni e Commenti, che fanno un manoscritto di presso a trecento fogli.

Or, ritruovandosi pubblicato con le stampe ben due volte che la Scienza nuova si ristampava con l’aggiunte in Venezia, ed essendo colà pervenuto tutto il manoscritto, colui che faceva la mercatanzia di cotal ristampa uscì a trattar meco come con uomo che dovesse necessariamente farla ivi stampare. Per la qual cosa, entrati noi in un punto di propia stima, richiamammo indietro tutto il nostro ch’avevamo colà mandato; la qual restituzione fu



    al disegno del Torno di stampare l’opera per associazione, ma «a un colpo di avversa fortuna» che gli proibì di darla alla luce, ossia al rifiuto del card. Corsini (poi Clemente XII) di sopperire alle spese di stampa (cfr. Gentile, I. c.). Ma le due notizie non sono contradittorie. Benissimo può essere accaduto che, dopo siffatto rifiuto, il Torno, per confortare il V., gli proponesse il partito di ricorrere a un’associazione; e che questi, già « ristretto in quell’aspra meditazione » donde uscì la SN1 in forma positiva, non volesse saperne. — Circa il destino, poi, dell’inedito e ora disperso ms., il quale, a quanto pare, non fu mai inviato al Lodoli, si veda Croce, p. 36.

  1. Su Giulio Niccolò Torno, n. a Napoli l’11 maggio 1672 e m. nel 1756, amicissimo del V. e censore ecclesiastico di entrambe le SN, si vegga Villarosa, I, p. 229 sg. Intorno all’opera di lui contro l’Ist. civ. del Giannone, a cui accenna il Villarosa, cfr. ora la mia Bibliografia giannoniana (Napoli, Ricciardi, 1911), p. 113.
  2. Lascio la data del 1729 recata dal testo, perchè proprio «1729» voleva dire il V. (si veda sopra, p. 4, e cfr. Autobiogr., ediz. Villarosa, p. 147). Ma deve trattarsi, certamente, del 1728. Ponendo, infatti, che per comporre metà del ms. non sieno occorsi se non due o tre mesi, giungiamo al gennaio del 1730. Ora, da quel che dice il V. stesso, prima del 25 dec. 1729 era già avvenuta la sua rottura cogli stampatori veneziani e la rispedizione del ms., per la quale solamente passarono sei mesi. Inoltre, in una lettera del conte di Porcia, recante la data del 2 apr. 1728 (Villarosa, II, p. 280 sg.), si parla già di « difficoltà addotte » al V. « da codesto signor residente veneto intorno al recapito delle... note ai Principii della Nuova Scienza ». Possibile che, per appianare codeste difficoltà, sieno occorsi diciannove mesi? E, ammettendo pure, come parrebbe dalle parole vichiane (« compimento delle correzioni », « tutto il ms.), che l’originale sia stato inviato in due volte, è verisimile che il V., sollecitissimo lavoratore, abbia fatto scorrere tra le due spedizioni tanto tempo?