Pagina:Vico - La scienza nuova, 1, 1911.djvu/102

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8 occasione di meditarsi quest'opera

fatta, finalmente, dopo sei mesi ch’era già stampato più della metta di quest’opera1. E, perchè, per le testé narrate cagioni, l’opera non ritruovava stampatore, né qui, in Napoli, né altrove, che la stampasse a sue spese, noi ci ’diemmo a meditarne un’altra condotta (la qual è, forse, la propia che doveva ella avere che noi, senza questa necessità, non avremmo altrimenti pensato), che, col confronto del libro innanzi stampato, apertamente si scorge esser dall’altra, che noi avevamo tenuto, a tutto cielo diversa. Ed, in questa, tutto ciò che nell’Annotazioni, per seguire il filo di quell'opera, distratto leggevasi e dissipato, poi, con assai molto di nuovo aggiunto, vi si osservò comporsi e reggere con uno spirito; con tal forza d’ordine (il quale, oltre all’altra, che è la propietà dello spiegarsi, è una principal cagione della brevità) che ’l libro di già stampato e ’l manoscritto non vi erano cresciuti che pochi altri fogli di più. Dello che farai per te medesimo esperienza, come, per cagion d’esemplo, sulle propietà del Diritto natural delle genti; delle quali, col primo metodo (nel capitolo primo, paragrafo settimo), ragionammo presso a sei fogli; qui, ne discorriamo con pochi versi.

Ma era stato da noi lasciato intiero il libro prima stampato per tre luoghi che dentro s’additeranno, de’ quali ci truoviamo pienamente soddisfatti; per gli quali tre luoghi principalmente era necessario il libro della Scienza nuova la prima volta stampata; la quale noi qui citeremo Scienza nuova prima, perch’era condotta con un metodo affatto diverso da questa, la quale perciò debbe dirsi Scienza nuova seconda ed avevamo lasciato la prima per gli tre luoghi anzidetti. Ma, acciocché quella non si abbia affatto a disiderare (a)2, si rapporteranno intieri nel fine di questi



  1. Molto si è arzigogolato intorno a questa brusca soluzione dell’ediz. veneziana della SN, cominciata con così lieti auspicii. E si è giunto perfino ad almanaccare che causa dell’irritazione del V. fosse la clandestina comunicazione del suo ms. al presidente di Montesquieu, vèrso quel tempo in viaggio per l’Italia. Ma contro questa leggenda si vedano le sennate osservazioni del Croce, p. 45; nonché un mio opuscoletto: Il pres. di Montesquieu a Napoli (Trani, Vecchi, 1904), p. 24 sg.; di cui
  2. (a) [CMA3] (siccome perciò se n’è fatta menzione nel frontispizio di questi libri, ove questa, a riguardo di quella, vien ad essere terza impressione), si rapporteranno, ecc.