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annotazioni alla tavola cronologica 65

di Ruggiero 1, gesuita, affermi d’aver esso letti libri stampati innanzi la venuta di Gesù Cristo; .e benché il padre Martini, pur gesuita, nella sua Storia chinese2, narri una grandissima antichità di Confucio (la qual ha indotti molti nell’ateismo, al riferire di Martino Scoockio, in Demonstratione Diluvii universalis3; onde Isacco Pereyro, autore della Storia preadamitica, forse perciò abbandonò la fede catolica4 , e quindi scrisse che ’l Diluvio si sparse sopra la terra de’ soli Ebrei); però Niccolò Trigaulzio, meglio del Ruggieri e del Martini informato, nella sua Christiana expeditione apud Sinas, scrive la stampa appo i Chinesi essersi



  1. Il Weber cita: «In seinen «Epistol. sinens.:, senz’altro; volendo forse alludere alle quattro lettere del p. Michele Ruggiero [1043-1607: cfr. per molte notizie intorno a lui l’op. più oltre cit. del Trigault, pp. 144-214], inserite nei Nuovi avvisi del Giapone con alcuni altri della Cina del LXXXIII et LXXXIV, Cavate dalle lettere della Compagnia di Giesù, Ricevute il mese di Dicembre e prossimo passato MDLXXXV (In Venetia, appresso i Gioliti, MDLXXXVI), pp. 162-7, 170-4 (cfr. Sommervogel, Bibl. de la Comp. de Jesus, II, col. 493; VII, coll. 316-7). A me non è riuscito vedere questa raccolta, sicché non posso dire se l’asserzione del V. sia esatta.
  2. Martini Martinii Tridentini e Soc. Iesu Sinicæ Historicæ decas prima, Res a gentis origine ad Christum natum in extrema Asia, sive Magno Sinarum Imperio gestas complexa (Monachii, Typis Lucæ Straubii, Impensis Iohan. Wagneri, cives et bibliopoli monacensis, A. CICICCLVIII), p. 120; in cui, per altro, il M. non assegna a Confucio antichità maggiore di 551 anno av. C
  3. Martini Schoockii Diluvium Noachi universale, sive Vindiciæ communis sententiæ, quod Diluvium Noachicuìn universæ terræ ìncubuerit, adversus Virum quendam Celeberrimum (Groningæ, Typis Francisci Bronchorstii, 1692, in app. alla 2a ediz. della Fabula Hamelensis più oltre cit. dello stesso aut). Ma lo S. non dice in nessun luogo che la credenza nell’antichità di Confucio abbia indotto qualcuno all’ateismo.
  4. La cosa è proprio all’opposto: da protestante, il Peyrera si fece cattolico. Lo stranissimo errore del V. è derivato dall’aver egli letto con la sua consueta fretta un passo del libro cit. dello Schoock,p. 274: «In unum præ aliis digitum intendere debeo, authorem scil. «Fabulæ Preadamiticæ» qui, turpiter deserta reformata religione,quam antea professus erat, et metu pœnæ:, odierno papæ Alexandro VII supplex factus, professus sibi nomen esse Isaaco Peyrero, delirantis mentis periculosa somnia imputare ausus fuit Religioni, cuius si sincerum membrum fuisset, submittere se Scripturæ scivisset, nec obtorto collo eam malesanis dogmatibus aptare tentasset, tractando illam haud aliter ut corium calcearii solent» — E qui un lungo elenco di proposizioni eterodosse del P., tra cui anche (p. 275), come dice il V.: «Diluvium Noachicum non fuisse effusum super universum terrarum orbem, sed super terram saltem iudaicam». — Il titolo esatto dell’opera del Peyrera è: Prædamitœ, sive Exercitatio super Versibus duodecimo, decimofertio et decimoquarto capitis quinti Epistolæ D. Pauli ad Romanos, Quibus inducuntur Primi Homines ante Adamum, conditi (Anno Salutis, M. DC. LV., s. l.).