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Pagina:Vico - La scienza nuova, 1, 1911.djvu/168

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72 libro primo — sezione prima


VI

[Egizi]


Per tutte le cose sopra qui ragionate, quelli Egizi che, nel suo Canone, vuol il Marshamo essere stati gli più antichi di tutte le nazioni, meritano il quinto luogo su questa Tavola cronologica.

VII

[Zoroaste, o regno de’ Caldei. — Anni del mondo 1756]


Zoroaste si truova in quest’opera essere stato un carattere poetico di fondatori di popoli in Oriente, onde se ne truovano tanti sparsi per quella gran parte del mondo quanti sono gli Ercoli per l’altra opposta dell’Occidente; e forse gli Ercoli i quali con l’aspetto degli occidentali osservò Varrone anco in Asia (come il Tirio, il fenicio), dovettero agli orientali essere Zoroasti(a). Ma la boria de’ dotti, i quali ciò ch’essi sanno, vogliono che sia antico quanto ch’è il mondo, ne ha fatto un uomo particolare ricolmo d’altissima sapienza riposta, e gli ha attaccato gli oracoli della filosofia (h). i quali non ismaltiscono altro che per vecchia una troppo nuova dottrina, ch’è quella de’ pittagorici e de’ pla-

(a) [CMA3] Perocché i mitologi, con le loro interpetrazioni erudite, fanno Ercole anche dotto d’astronomia, e ne spiegano quella favola ch’egli succedette al vecchio Atlante, stanco di più sostenere sopra i suoi omeri il cielo; ed or ora vedremo che Atlante egli è da’ filologi creduto scolare di Zoroaste. [SN2] Però di quelli il primo di tutti è ’l Caldeo, che ci appruova la Caldea essere stata la prima nazione di tutta la gentilità. Ma la boria, ecc.

(6) appigliatisi temerariamente a due volgari tradizioni: una che Zoroaste fu sappiente (ma quella intese della sapienza volgare con la quale si fondarono i popoli), l’altra che gli oracoli sono le cose più antiche che ci narra essa antichità (ma questa volle dir oracoli d’indovini, non di filosofi). E ’nfatti tali oracoli di Zoroaste non fann’altro che smaltire per vecchia, ecc.

Si veda p. 61, nota 2.