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142 | libro primo — sezione seconda |
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I primi autori tra gli Orientali, Egizi, Greci e Latini e, nella barbarie ricorsa, i primi scrittori nelle nuove lingue d’Europa si truovano essere stati poeti.
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I mutoli si spiegano per atti o corpi c’hanno naturali rapporti all’idee ch’essi vogliono significare.
Questa Degnità è ’l principio de’ geroglifici, co’ quali si truovano aver parlato tutte le nazioni nella loro prima barbarie. Quest’istessa è ’l principio del parlar naturale, che congetturò Platone nel Cratilo1 e dopo di lui Giamblico, De mysteriis Ægyptiorum2, essersi una volta parlato nel mondo, co’ quali sono gli Stoici3 ed Origene, Contra Celso4; e perchè ’l dissero indovinando, ebbero contrari Aristotile nella Periermenia5 e Galeno, De decretis Hippocratis et Platonis6; della qual disputa ragiona Publio Nigidio appresso Aulo Gellio7 Alla qual favella naturale dovette succedere la locuzion poetica per immagini, somiglianze, comparazioni e naturali propietà.
- ↑ Il V. allude alla celebre questione, se cioè il linguaggio sia per natura o per convenzione, argomento per l’appunto del Cratilo. Si vedano principalmente, c. 35 p. 425 d.; e c. 43, p. 438 b.
- ↑ II V., forse, vuole alludere alla sez. VII, e specialmente al c. 7, in cui si dice che i nomi degli dèi sono sorti non per umana convenzione, ma divinamente; donde la loro intraducibilità in altra lingua.
- ↑ Pei testi degli Stoici sulla questione e l’interpetrazione di essi, cfr. steinthal, Gesch. d. Sprachw. -, I, pp. 288-90, 293, 296-7.
- ↑ Orig., Contra Celsum, 1, 24; V, 45 (Opera, ediz. Migne, I, coll. 701 sgg., 1249 sgg.). Si vegga anche Exhortatio ad martyrium, 46 [ibid., col 625 sgg)
- ↑ Arist., De interpretatione, passim, specialmente c. 4.
- ↑ Né in quest’opera, né negli altri numerosi luoghi di Galeno in cui si parla di Aristotele e di Platone (giusta l’accuratissimo indice del Kuhn), si accenna mai alla questione del linguaggio.
- ↑ X, 4: «Quod P. Nigidius argutissitne docuit nomina non positiva esse, sed naturalia». Ma alla polemica Gellio accenna in modo generalissimo: «rem sane in philosophiæ disceptationibus celebrem».