Pagina:Vico - La scienza nuova, 1, 1911.djvu/44

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xxxiv introduzione dell'editore

esegesi, la seconda Scienza nuova riusci del tutto indipendente dalla prima, la quale vi si trova rifusa presso che integralmente. La materia ebbe alfine, nell’ordinamento generale, quell’assetto definitivo, che il Vico non mutò più, tranne che in particolari di secondaria importanza. Senza parlare dell'Occasione di meditarsi quest’opera, scritta a libro già tutto stampato, e che il Vico doveva anche rifondere, l’anno appresso, nell'Aggiunta all'Autobiografia1 — accennando di sfuggita all’Idea dell'opera, che fu un’appiccicatura posteriore, sostituita per espediente tipografico (e perciò stampata in carattere assai più grosso) a ottanta fitte pagine di polemica contro lo stampatore veneziano che aveva costretto il Vico a ritirare indietro il suo manoscritto: — nella seconda Scienza nuova sparisce, almeno come tutto organico, quel primo capitolo (o libro) polemico con cui s’iniziava la prima, e a esso vien sostituito un libro totalmente nuovo: Dello stabilimento de’ principii; — la materia del secondo e terzo capitolo (o libri) della redazione del 1725 è in questa del 1730 rifusa, ampliata e ordinata, nel modo che s’è detto, in un libro unico, intitolato Della sapienza poetica; — la questione omerica, stralciata dal resto e ormai trattata con maggiore ampiezza e profondità di vedute (Omero diventa qui finalmente un mito), forma argomento d’un libro a parte; — scomparso, o meglio rifuso qua e là, il brevissimo quarto capitolo della prima Scienza nuova, il quinto, almeno nelle linee generali, diventa, con ben altri sviluppi, quarto libro della nuova opera: Del corso che fanno le nazioni; — la teoria dei ricorsi, ora per la prima volta precisamente formolata e largamente esemplificata con la storia, specialmente giuridica, del medio evo, viene anche stralciata dal resto e riunita in un quinto libro; — è decuplata in ultimo, a dir poco, la Conclusione,



  1. Ediz. Croce, p. 62 sgg. e cfr. p. 336.