Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
II. le varie redazioni della « scienza nuova » | xxxv |
e, in luogo delle due tavole (rifuse sparpagliatamente nell'opera), vien aggiunto in fine il saggio d’una Tavola
d’indici.
Parrebbe che, dopo aver compiuto così immane lavoro non solo spirituale ma anche materiale, il Vico, ormai vecchio di sessantadue anni e pieno di acciacchi e di malanni, si risolvesse a deporre una buona volta la stanca penna. Ma quell’uomo era eccezionale in tutto. Aveva avuta la rara forza di tacere fino ai quarant’anni; detto allora soltanto quello che gli pareva necessario di dire (il De studiorum ratione, il De antiquissima e le polemiche relative), s’era condannato (miracolo ancora più grande) a un altro fecondo silenzio filosofico di dieci anni: ora che qualunque altro avrebbe pensato a riposarsi, egli, con un’attività sempre crescente, pareva quasi volesse mostrare quale fibra potente di lavoratore, oltre che di pensatore, si nascondesse in quel suo corpicino smunto e malaticcio. — Fin da quando attendeva alla stampa della seconda Scienza nuova aveva avuta occasione di fare qua e là una non breve serie di correzioni e giunte, che poi stampò, a guisa d'errata-corrige, alla fine del volume1. L’avergli, pochi giorni dopo la pubblicazione del libro, il principe di Scalea fatti notare alcuni errori storici in cui era caduto, gli fu gradevole pretesto per mettersi di nuovo a tavolino e pubblicare verso gli ultimi del 1730, sotto forma di lettera al medesimo principe, un opuscoletto di dodici pagine2, contenente una seconda serie di importanti giunte,
- ↑ Ed. orig., pp. 465-478. Tra queste prime Correzioni, miglioramenti e giunte [che indico con la sigla CMA1] è notevole una Degnità aggiunta, che non ricomparisce più in nessun’altra redazione: cfr. più oltre, p. 165, var. (a).
- ↑ Lettera dell'autore all'eccellentissimo signor don Francesco Spinelli principe di Scalea (intercalata poi l’anno seguente anche nell'Aggiunta all'Autobiografia; cfr. ediz. Croce, p. 72 sgg.), cui seguono le