Pagina:Vicramorvasi.djvu/10

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ASI. — ATTO I. Ogni terrori La vostra dolce amica lo farò si che a voi sia ricondotta. Inver, si bella impresa Ben degna è d’tin rampollo Della lunar progenie! Ed or mi dite Dove ci rivedrem. Là, sulla vetta Dell’ Emacuto. Auriga, Orsù, volgi a grau fretta Vèr la nordica plaga i tuoi destrieri. Al tuo comando io sono, augusto sire. Puruk. (ucmtdando con] Bravo ! Ben fatto ! Oh si che di tal passo la mimica l'impeto del] Fin l’aquila Garùda io vincerei, APSÀ («» trasporto). PURURAVASA. Apsàrase. Pcrcràvasa. Auriga. carro). Anco se pria di me s’alzasse a volo ! La polve incontro al carro e la caligine Par che a infranger le nubi intorno spirino; I raggi delle ruote han tal vertigine Ch’altri ed altri fra quei par che s’aggirino. Ritto che par quasi dipinto, al nobile Slancio il pennacchio sai cavalli sta; Ed il vessil, ch’è in mezzo e innanti, immobile, Spiegato al vento impetuoso or va. (il re e l'auriga s'allontanano). Sahagiànya. Mìnaca. Ramba. Mìnaca. Ramba. Ménaca. Ramba. Ora che il pio sovrano É già da noi lontano, Al loco del convegno, orsù, n’andiamo. Andiamo pure, amica (fa atto di salire sulla vetta dell'Emacùto). Or di: credi che il sire Ci strapperà dal cor l’acuta spina? Non dubitar. Ma abbatter quei Danàvi £ ben ardita impresa I E che? Non sai tu forse eh’ Indra istcsso Quando a pugnar s’accinge, il nobil dnce Seco nel del conduce? E a lui, che sempre guida La divina coorte alla vittoria, Sccuro a lui l'eccelse schiere affida. Ch’ei sempre torni vincitori (dopo di estere stata alquanto in pensiero) Su, via, Respirate, o compagne! Su, datevi coraggio I