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BELLINI 33

lungo tratto ingombra di vetture e di folla. Il re dei francesi lo decorava della Legion d'onore, Rossini attaccavagli al petto il nastro lusinghiero, sul teatro stesso, come a guerriero che sul campo si avesse meritata la medaglia al valore.

In quest'Opera Bellini si collocava in altra regione, senza che tralasciasse la innata soavità, qui la rende in una veste più sfarzosa, più ricca di brillanti colori. Si direbbe che il Rubens abbia prestato qualcosa alla tavolozza del Ghirlandajo. Qui la fantasia dice la sua festosa parola, senza nuocere al commovente sospiro dell'anima. Conosceva bene l'Artista sagace e accorto che doveva scrivere per intelletti francesi; ai quali lo scintillio delle imagini è vanto e diletto: e codesta Opera formò, come disse il Mercadante, l'incante e la delizia di quel pubblico. Rossini assicurava essere la più completa fra le altre: Donizetti, confermando il successo grandissimo, sperava almeno che il suo Faliero non dispiacesse ai Francesi: Anber scriveva essersi aggiunta un'altra perla alla corona già splendida sul fronte di Bellini: Gallemberg esaltato

C. REINA - Bellini 8