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stessi Francesi meravigliano tra di loro di essersi lasciati trasportare da tanto entusiasmo». E già s’accingeva a scrivere altre Opere per l’Italia, per l’Europa, pei secoli. Il puntiglio che lo aveva per poco separato da Felice Romani già era sparito; gli affetti che legavano entrambi erano già rinnovati. «Mio caro Romani, gli scriveva, con molto contento vedo rinata la nostra antica amicizia, e te ne ringrazio». La Musica di Bellini invocava la Poesia di Romani; il giovane maestro aveva «tanto rispetto all’arte sua, da non concedere l’onore delle note se non a parole che ne fossero degne»1. Rossini lo consigliava, incoraggiandolo, ad altri lavori. Non cessava però la piccola Invidia di punzecchiarlo, di spargere amarezze su tanto tripudio di contentezza; ma egli guardandola negli occhi, le sussurrava: «Mangerai bile, e creperai».

L’amore per la sua Napoli vinse ogni altro proponimento, e accettò le offerte della Società d’Industria e Belle Arti napoletana, per scrivere

  1. Carlo Cattaneo — Op. edite ed inedite — Vol. II.