Pagina:Vita di Cristoforo Colombo.djvu/33

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ALLA LEGITTIMITÀ ECO XXIX buona notizia, Cristoforo Colombo, anch'egli pos- pose le dolcezze terrene, e la domestica felicità al suo sublime apostolato. " Nonpertanto, nel punto che intraprendeva la sua ultima esplorazione, la più ardita e pericolosa, mentre scriveva le sue intenzioni testamentarie, ricordando i lunghi sacrifizi, il silenzioso attacca- mento di Beatrice, 1' abbandono in cui 1' avea lasciata per tanti anni, pensando che non le aveva costituito uno stato vedovile nel suo atto di maggiorasco, Colombo fu preso da un intimo cruccio, da uno scrupolo di cuore : temette di apparire ingrato ; rìi aver realmente trascurata troppo colei che gli si era sacrificata, ebbe paura di non avere abbastanza conciliati i risguardi dovuti alla sua compagna colle esigenze del servizio di Dio. " Non potendo oggimai modificare, rispetto al fondo, la sua istituzione di maggiorasco, conosciuta dai Sovrani e dalla Santa Sede, in favore della nobile Beatrice, la quale non dimandava nulla, dovette limitarsi a raccomandarla al suo erede universale, in tali termini da rendere doppiamente obbligatoria la sua volontà testamentaria. E questo era, dic'egli, a sollievo della sua coscienza : ricorda in due parole di quanto le va debitore : e siccome non giudicava conveniente consegnare in quell'atto di ultima volontà il perchè di tal sua raccomandazione, stimò bastasse dire : "Nonè dicevole scriverne qui la ragione (1)." (1) " La razon dello non es licito de la escribir, aqui. "—Ul- timo articolo del testamento olografo scritto e ricopialo da Colombo %l'2b agosto 1505. — Coleccion diplomatica, docum. n . clviii.