Pagina:Vita di Cristoforo Colombo.djvu/48

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22 VITA DI fi. COLOMBO ad informarsi, e scrivere il vero di quel che s' appartiRfe a queste cose cosi chiare, si può conoscere, come caro i i sia informato di quel che era tanto ascoso ; onde egli stesso si contradisse, secondo che si è veduto. Ma, lasciando questa differenza da parte, con la quale io penso di avere , oggimai attediati i lettori, io tornerò al principal nostro in- tento, concludendo con dire, che TAmmiraglio fu uomo di lettere, e di grande esperienza, e che non spese il tempo in cose manuali, né in arte meccanica, come la grandezza e perpetuità de' suoi maravigliosi fatti ricercavano: e met- terò fine a questo capitolo con quel ch'egli scrisse in una sua lettera alla nutrice del principe don Giovanni di Ca- stiglia, con tai parole: «Io non sono il primo Ammiraglio della mia famiglia ; Mettanmi pure il nome, che vorranno, che in ultimo David, re sapientissimo, fu guardiano di pecore, e poi fu fatto re di Gerusalemme; e io sono serro di quello stesso signore, che mise lui in tali stato. > CAPITOLO III, La disposizione del corpo dell' Ammiraglio , e le sdeiize apprese da lui. L' Ammiraglio fu uomo di ben formata , e più che me- diocre statura, di volto lungo, e di guancie un poco alte, senza che declinasse a grasso o macilento. Aveva il naso aquilino, e gli occhi bianchì, bianco, e acceso di vivo co- lore. Nella sua gioventù ebbe i capelli biondi , benché , giunto che fu ai trent'anni, tutti gli divennero bianchi. Nel mangiare e nel bere, e anco nell' adornamento della sua persona, fu molto continente e modesto. Con gli strani fu di conversazione affabile, e co' domestici molto piacevole, ma con modesta, e piacevole gravità. Delle cose della re-