Pagina:Vita di Dante.djvu/170

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mia imaginazione, che piangendo cominciai a dire con voce vera: O anima bellissima, com’è beato colui che ti vede! E dicendo queste parole con doloroso singulto di pianto, e chiamando la morte che venisse a me, una donna giovane e gentile, la quale era lungo il mio letto, credendo che il mio pianto e le mie parole fossero lamento per lo dolore della mia infermità, con grande paura cominciò a piangere; onde l’altre donne ch’erano per la camera s’accorsero che io piangea, per lo pianto che vedeano fare a questa: onde facendo lei partire da me, la quale era meco di propinquissima consanguinità congiunta (forse sua sorella, moglie di Leon Poggi), elle si trassero verso me per isvegliarmi, credendo ch’io sognassi, e diceanmi: Non dormir più, e non ti sconfortare. E chiamandomi così, allora cessò la forte fantasia entro quel punto ch’io volea dire: O Beatrice, benedetta sie tu. E già detto avea: O Beatrice... Quando risedendomi, apersi gli occhi, e vidi che io era ingannato; e con tutto che io chiamassi questo nome, la mia voce era sì rotta dal singulto del piangere, che queste donne