Pagina:Vita di Dante.djvu/171

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non mi poterò intendere. Ed avvegnaché io vergognassi molto, per alcuno ammonimento d’amore, mi rivolsi loro. E quando mi videro, cominciare a dire: Questi par morto: e talora mi domandavano di che io avessi avuto paura. Ond’io essendo alquanto riconfortato, e conosciuto il falso imaginare, risposi a loro: lo vi dirò quello eh’io ho avuto. Allora dal principio fino alla fine dissi loro ciò che veduto avea, tacendo il nome di questa gentilissima1". qui io non so se parrà altrui, come a me; ma non posso finire questa narrazione così naturale e piena di verità, senza qualche sdegno contra quei commentatori eruditissimi in altre cose, ma che certo non lesserò o non intesero queste, posciachè poterono sostenere, essere stata questa Beatrice immaginaria.
E segue (nuova prova della verità di tutto ciò) nella storia degli amori di Dante una Canzone fatta in questa occasione; la quale tanto si riferisce ai fatti narrati, che non potè nemmeno allora aver senso, se non per le donne

  1. Vita Nova, pag. 41, 42.