Pagina:Vita di Dante.djvu/314

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occuperebbe niuno honore della città, nè per titolo d’imperio1nè per altra cagione, nè le leggi della città muterebbe nè l’uso. Il dicitore fu messer Donato d’Alberto Ristori, con più altri giudici in compagnia. Fu pregato il cancelliere suo, che pregasse il signore suo, che non venisse il dì d’Ognissanti, però che il popolo minuto in tal dì facea festa con i vini nuovi, e assai scandali potrebbono incorrere, i quali, con la malizia de’ rei cittadini, potrebbono turbare la Città. Il perchè deliberò venire la domenica seguente, stimando che per bene si facesse lo indugio.
Andarono gli imbasciadori più per avere la lettera innanzi la sua venuta, che per altra cagione, avvisati, che se avere non si potesse, come promesso aveva, prendessono riafidanza (cioè nuove istruzioni) e a Poggibonzi gli negassono il passo. Il quale era ordinato d’afforzare per salvezza della Terra.

  1. Osservisi quì non solo la costante gelosia di questi Comuni diventati repubbliche, ma quella speciali ed antica de’ diritti d’imperio. Carlo di Valois non avea propriamente che far coll’imperio; ma que’ repubblicani erano avvezzi a udir invocare tal nome a torto, come a diritto; e poi sempre temeano che chicchessia, anche lontanissimo dalla dignità imperiale, vi potesse giugnere da un momento all’altro. E forse ciò temeano allora particolarmente di Carlo.