Pagina:Vita di Dante.djvu/554

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Nè solamente la prescelsi, ma in essa, al modo usato poetando, incominciai:

Ultima regna canam fluido contermina mundo.
Spiritibus quæ lata patent, quæ præmia solvunt
Pro meritis cuicumque suis.

Ma quand’io considerai la condizione dell’età presente, vidi essere del tutto abietti i Canti degli illustri poeti; e per questa ragione appunto gli uomini generosi1, che a tempi migliori scriveano tali cose, lasciarono (oh dolore!) le arti liberali a’ plebei. Per lo che, deposi la povera lira di che era io provveduto, e un’altra ne apparecchiai adattata ai sensi de’ moderni; vano essendo porger cibo da mangiare a bocche di lattanti.

"Dette le quali cose, molto affettuosamente soggiunse, che se mi fosse conceduto vacare a tali cose, io fornissi tal opera di certe postillette, ed accompagnata da queste a voi la trasmettessi. Che se io interamente enucleai quanto s’asconde nelle parole di lui, io pur fedelmente e con animo liberale mi vi adoperai; e come

  1. Leggo homines, non hominis, che non intenderei.