Pagina:Vita di Dante.djvu/555

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da quell’amicissimo uomo mi fu ingiunto, destino l’opera domandata1. Nella quale se alcun che sembreràvvi ambiguo, imputatelo solamente all’insufficienza mia; dovendosi, senza dubbio, il testo stesso tenersi d’ogni maniera come perfetto".

"Se poi delle altre due partidi quest’opera cercasse una volta la vostra magnificenza (siccome quegli che gli propone d’integrarla dalla unione delle parti), cercate la seconda parte seguente a questa dall’egregio uomo il signor Moroello marchese; e potrà l’ultima trovarsi presso l’illustrissimo Federigo re di Sicilia2. Imperciocchè, siccome quegli che è l’autore mi asserì d’aver destinato in suo proposito, dopo aver considerata tutta Italia, voi tre prescelse a tutti per offerirvi la presente opera tripartita"3.

Ai fatti di questa lettera, tutti concordanti con gli altri che si sanno di Dante, e coi modi di

  1. Questa parola opus postulatum, farebbe egli sospettare che Uguccione stesso avesse domandato al Frate l’opera, ch’ei sapesse presso lui deposta?
  2. Notisi la forma dubitativa di tal terza dedica del Paradiso.
  3. Veltro, pp. 208, 214.