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la frode; e gl’invidi frodolenti sono puniti in questo cerchio, diviso in dieci bolge o fosse, pur concentriche e tra sè unite con ponti di rôcca, tranne uno de’ varchi dove è rotto il ponte. Sono poi le dieci bolge - 1° degl’ingannatori di donne, sferzati dai demonii; e fra essi, con altri Bolognesi, Venedico Caccianimico, che indusse la bella Ghisola, sorella sua, alle voglie del marchese d’Este; poi Giasone, ingannator di Isifile e di Medea1. - 2° degli adulatori, immersi nello sterco, fra cui Alessio Interminelli da Lucca, e Taide la meretrice2 - 3° de’ simoniaci, fitti capo rovescio ne’ pozzi; fra cui riconosce solo Niccolò III, ma morde insieme i venturi Bonifazio VIII e Clemente V3 - 4° degli indovini, che hanno il capo vôlto alle rene; fra cui gli antichi Anfiarao, Tiresia, Aronte e Calcante, con un altro augure Greco; e Manto fondatrice di Mantova, due cittadini moderni della quale, una Casolodi ed un Pinamonte de’ Buonaccossi, sono morsi passando; e sonvi
- ↑ Canto XVIII.
- ↑ Ibi.
- ↑ Canto XIX.