Pagina:Vita di Dante.djvu/610

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Da questa politica astemia d’Italia del gran Rodolfo, possono i papi riconoscere non il diritto, ma il fatto della loro potenza temporale; le città italiane, lo sviluppo di lor libertà; e la casa d’Austria, il suo salire dalla condizione di gentiluomini a quella di principi, eguali prima, superiori poi ad ogni potenza germanica. Imperciocchè, attendendo da Germania sola, potè e seppe Rodolfo farsi obbedire più che non gli stessi antichi potentissimi Sassoni, Franconi e Svevi; e più che niuno di essi, accrescere i proprii stati ereditarii, togliendo l’Austria al suo particolare avversario Ottocaro re di Boemia, e lasciando questa in retaggio e la corona regia romana per elezione ad Alberto figliuol suo, l’anno 1298.

E questi seguì la politica paterna, astenendosi d’Italia, e tutto adoprandosi ad aggrandir gli stati ereditarii. Ma troppo minor uomo che il gran Rodolfo, imperiò meno in Germania, e volle accrescere il retaggio non coll’arte larga delle conquiste a spese de’ vicini, ma colla stretta delle usurpazioni sui sudditi. Quindi quella immortal resistenza, onde nacque la