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Pagina:Vita di Dante.djvu/632

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comechè a lui la sentisse contraria. Perchè, ripassate le Alpi, con molti nemici de’Fiorentini e di lor parte congiuntosi, e con ambascerie e con lettere s’ingegnarono di trarre lo ’mperadore dallo assedio di Brescia, acciocchè a Fiorenza il ponesse, siccome a principale membro de’suoi nimici; mostrandogli che superata quella, niuna fatica gli restava, o picciola, ad avere libera ed espedita la possessione e ’l dominio di tutta Italia"1. Così il Boccaccio pone il ritorno di Dante al tempo dell’assedio di Brescia; che non può essere, poichè questi già scriveva dai fonti d’Arno addì 16 d’aprile, quando appena Arrigo si partiva di Pavia. Ma noi possiam quindi probabilmente inferire, ch’ei fosse poco prima tornato; che in una delle città di Piemonte o Lombardia fin allora visitate da Arrigo, egli ’l vedesse e si congiungesse co’suoi compagni di esilio, come apparisce dalla lettera. Della quale, a noi pervenuta e nell’originale latino e in un antico volgarizzamento, la direzione è così:"Al gloriosissimo e felicissimo trionfatore e singolare signore messer Arrigo, per la divina

  1. Bocc.,Vita di Dante, p.37.