Pagina:Vita di Dante.djvu/721

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per la respinta, per li cattivi, i freddi trattamenti temuti o incominciati, i quali appunto sono più gravi a chi più s’abbandona.

E la storia, le tradizioni, le date, i casi posteriori di Dante, il non aver esso mandati a Cane gli ultimi tredici Canti, tutto prova una rottura; una, se non inimicizia, ma mala intelligenza tra il superbo protetto, e il magnifico protettore. A chi la colpa? Io ne raccolgo le memorie superstiti; e crederànne ognuno poi a suo talento, o forse secondo la natura e la fortuna sua. E prima, avvertito il lettore, che il Petrarca, il secondo in tempo e in grandezza fra’ tre padri della lingua nostra, fu molto minor del buon Boccaccio nella venerazione al comune lor predecessore; prendiamo da lui la seguente narrazione:"Dante Alighieri, mio concittadino, fu uomo chiarissimo nel sermone volgare; ma nel costume e nel parlare alquanto per la sua contumacia più libero che non piacesse alle delicate e studiose orecchie, ed agli occhi dei principi dell’età nostra. Il quale dunque, esule dalla patria, dimorando appresso a Can Grande, universal consolatore e rifugio allora degli afflitti, fu