che al luogo citato del Purgatorio fa parlare in provenzale quell’Arnaldo, e che in provenzale scrisse poi una Canzone; Petrarca, che scrisse in questa non pochi versi; e più tardi, se Italiana abbia a dirsi, la gentil Cristina da Pisano. Ma continuando la Trovatoria a seguir le più splendide corti del secolo XIII, ella passò così alla corte di Federico II in Puglia e Sicilia, e perciò alla lingua DEL Sì. I migliori trovatori e poeti italiani furono allora Siciliani; e prima Federigo II stesso, Pier delle Vigne, e poi Giullo d’Alcamo, Pier d’Aitino, ed altri parecchi. Ma anche nel resto d’Italia erano poeti: San Francesco d'Assisi, autore del rozzo ma bello Inno al Sole; Fra Pacifico, seguace di lui in religione e poesia; ed alcuni altri; superati tutti poi da Guido Guinicelli, di quella Bologna, dove era antico già uno Studio di tutte lettere. Questo Guido, morto nel 1276,1 e così probabilmente non conosciuto di persona da Dante, è da lui posto come inferiore al provenzale Arnaldo Daniello, ma come primo dei