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architettura d’invenzione» . Così con tutta ingenuità il nostro Luigi.
Il quale fattosi un po’ di credito, e accendendosi tuttavia in maggior desiderio d’imparare, accade che ’l Basoli infermò; onde si pose alla scuola di Luigi Cini, anch’esso celebre per gli ornati; ma poi accortosi che ’l suo nuovo maestro era più povero di lui, arrecossi a star da sè. E come avea fatto un po’ di denaro per vivere, ed ei cessava dal lavoro: frequentava l’accademia, l’università e la pubblica biblioteca. Poi, conoscendo di avanzare sempre più negli studi dell’architettura, gli crebbe l’animo sì fattamente che dispose di voler tentare il gran concorso di Roma: il quale durava ben undici giorni, stando i concorrenti chiusi tutto quel tempo in separate cellette. E vi si apparecchiò con grande studio ed esercizio, recandosi a memoria tutte le teoriche di Vitruvio, dell’Alberti, del Palladio e del Milizia; e quanto avea appreso di geometria e di algebra alle scuole della università.
Ei dunque veniva con grande animo e fidanza di sè a questa concorrenza; nè gli mettevano timore nessuno i competitori suoi, ch’aveano studiato con lui all’accademia; ma saputo essere giunto improvvisamente da Milano un tale, con assai lettere commendatizie, forte si turbò, e vennegli dubbio non gli fosse tolto