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vita nuova xiii 10 - xiv 3 33


la seconda dico che sono diversi, e narro la loro diversitade; ne la terza dico in che tutti pare che s’accordino; ne la quarte dico che volendo dire d’Amore, non ho da qual parte pigli matera, e se la voglio pigliare da tutti, con vene che io chiami la mia inimica, madonna la Pietade; e dico «madonna» quasi per disdegnoso modo di parlare. La seconda parte comincia quivi: ’’e hanno in loro’’; la terza quivi: ’’e noi s’accordano’’; la quarta quivi: ’’Ond’io non no’’.

Appresso la battaglia de li diversi pensieri avenne che questa gentilissima venne in parte ove molte donne gentili erano adunate; a la qual parte io fui condotto per amica persona, credendosi fare a me grande piacere, in quanto mi menava là ove tante donne mostravano le loro bellezze. Onde io quasi non sappiendo a che io fossi menato, e fidandomi ne la persona, la quale uno suo amico a l’estremitade de la vita condotto avea, dissi a lui: «Perchè semo noi venuti a queste donne?». Allora quelli mi disse: «Per fare si ch’elle siano degnamente servite». E lo vero è che adunate quivi erano a la compagnia d’una gentile donna che disposata era lo giorno; e però, secondo l’usanza de la sopradetta cittade, convenia che le facessero compagnia nel primo sedere a la mensa che facea ne la magione del suo novello sposo. Sì che io credendomi fare

10. k gentili donne erano tannai*, o per rdimaU cfr. XIV 3 e XVIII 1. 14. § a eh* fotti (p ove fotti). 17. mi ritjmotf solo k. 18. k rannate. 22. n tpoto nouello.

YViilff, Pasa.:, Mei od.: parlano d’Amore, mu è lezione del solo k, sostituitasi n sono d9 Amore per vaghezza di ripulirè l’espressione precisa del v. Tutti li miei pensier parlan d’Amore.

3. DA QUAL PASTE PIGLI. Aldine stampe leggono: da tjual pigli. e il Todeschini erede« la voce parie un soprappiù dei copisti, che non posero mente alle parole seguenti: e se la voglio pigliar da tutti ». Soltanto nel gruppo x manca parte; ed è più facile l’omissione di una paiola non richiesta dal senso, e quasi imbarazzante, da parte di un solo copista, che T aggiunta di essa da parte di due copist i indipendenti (a e s).

21. NEL PBIMO SEDERE A LA MENSA CHE facea ecc. Il D’Ancona legge con S: nel jrrimo sedere alla mensa nella magione, parendogli che la frase ne acquisti «snellezza e chiarezza, tolto il soverchio e impaccioso che facea ».

Ma V omissione di questo, non so perchè impaccioso, determmativo, è proprio una svista di S: anche V, d’accordo con tutti gli altri Mss., lo ha. La costruzione preferita dal Torri e dal Giuliani sedere che