Pagina:Vita nuova.djvu/382

Da Wikisource.

3 ragione (li ciò; ma più sottilmente pensando, e secondo la infallibile veritade, questo numero fue ella medesima; per simi- % litudine dico, c ciò intendo così. Lo numero del tre è la radice del nove, però cbe sanza numero altro alcuno, per se 6 medesimo fa nove, sì come vedemo numi lestamente che tre via tre fa nove. Dunque se lo tre è fattore per se medesimo del nove, e lo fattore per se medesimo de li miracoli è tre, cioè Padre e Figlio e Spirito santo, li quali sono tre ed uno, questa donna fue acompagnata da questo numero del nove a dare ad io intendere ch’ella era uno nove, cioè uno miracolo, la cui radice, cioè del miracolo, è solamente la mirabile Trinitade. Forse 4 ancora per più sottile persona si vederebbe in ciò più sottile ragione; ma questo è quella ch’io ne veggio, e che più mi piace.

Poi che fue partita da questo secolo, rimase tutta la so- 1 X 15 pradetta cittade quasi vedova dispogliata da ogni dignitade; onde io, ancora lagrimando in questa desolata cittade, scrissi a li principi de la terra alquanto de la sua condizione, pigliando quello cominciamento di Geremia profeta che dice: Quonvodo sedet sola civttas. E questo dico, acciò che altri non 20 si maravigli perchè io V abbia allegato di sopra, quasi come entrata de la nuova materia che appresso vene. E se alcuno 2 volesse me riprendere di ciò, ch’io non scrivo qui le parole che seguitano a quelle allegate, cscusomcne, però cho lo intendimento mio non fue dal principio di scrivere altro clic 25 per volgare: onde, con ciò sia cosa che le parole che seguitano a quelle che sono allegate, siano tutte latine, sarebbe fuori del mio intendimento se le scrivessi. E simile intenzione so ch’ebbe questo mio primo amico, a cui io ciò scrivo, cioè ch’io li scrivessi solamente volgare.

4. s numero alcuno altro. 12. p più toltili ragione in aio, nonostante oho w ubbia la lozione del testo (p forte ancora per più iottili ragioni ciò e, ma questo do e, trasformazione di fa do, mostra che p deriva da nn codice oho aveva quell'in do dopo ragione).

13. p (meno w) che più mi piace e ehe io ne ueggio. 15. k cditpolgliata. 18. b p omettono che dice (b anche profeta). 10. k tedet tola (.senza civitat) ; b tedet tola 7e. 20. k (ed anche 11 sottogruppo di b* ohe abblaiu detto k*-mc) fa uolgare.

me Dai tempi antichi ai tempi mo- le Nozze Schenllo-Negri, Milano demi - Da Dante al Leopardi - 1904, pp. 85-97.

raccolta di scritti critici ecc. per 18. OHE dice. Cfr. p. 17, 11. 1.