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so VITA NUOVA XXXII 6 Voi udirete lor chiamar sovente , »

la mia donna gentil, che si n7è gita % al secol degno de la sua vertuto; e dispregiar talora questa vita 5 in persona de l’anima dolente abandonata de la sua salute.

Vercellantm ad fictum, infeudum, ad livellimi, in rei taf din, in pi- gnor e, vel alio modo, teneantur eas tenente* de illis faeere rationem ftuh potentato et con sul Uni* Ver celi a- rum (Stat. Vercell. lib. 2°r pag. 36 v°). Anche si potrebbero aggiungere molti esempi di reu* e reatu* adoperati nel linguaggio scolastico in simile senso ; ma basterà rimandare alla qu. 87, l,v 2°, della Stimma theologica di S. Tommaso, ehe tratta tutta de reatu poenae (si noti : art. I ad secundum « peccatimi facit hominem esse reum poenae » : art. VI in principio, le frasi equivalenti « ergo, remoto peccato, non remanet reafus poenae » e « ergo, remoto peccato, non remanet debitum poenae ») e al cap. 72 del lib. IV della Smunta contra Geutiles («per contritionem amota culpa, et reatu poenae ae- ternae soluto,,., romanci obligatio ad ali quam poeti am tempor aleni »; « ...satisfaccio.... est tertia pocni- tentiae pars, per quam homo tota- (iter a reatu poenae libcratur, dii m poenam exolvit quam debuit »).

Nello Statuto dell’Arte di Calimala (Emiliani-Giudici, Storia dei Comuni ital., voi. Ili) si trova spesso il reo onero il debitore (p. 220, 221), il debitore ovcro il reo (p. 221), il debitore overo lo reo (p. 222), il reo cioè il debitore (p. 223,256); ma non è sicuro qui che l’ima voce valga 17 al tra : valeva in realtà perchè il convenuto davanti ai consoli di Cali mala v’era ordinariamente per ragione di quattrini; ma ‘reo’ può stare nel significato generico di convenuto, richiamato, e * debitore’ venire aggiunto a precisare la ragione del richiamo, la qualità del convenuto (p. 220 : debbia giurare Vattore e Vaddomandatorc che quella [petizione] non fa per calunnia nè maliziosamente. E sia richiesto il reo, overo il debitore ; p. 223: se V attore e Vaddomandatorc fosse forestiere,., incontanente sia richiesto il reo, overo il debitore). Tuttavia che pur in italiano 1 reo ’ fosse adoj»erato ad esprimere il concetto d’obbligazione, si ha sicuramente dalla traduzione d’Alberano pubblicata dall’ Inferri- gno, perchè al testo latino « Qui innocentem damnat sententia sem- per est reu*, oum cotidie suam culpet conscienti am » si fa corrispondere il volgare « Chi lo innocente condanna per sentenzia, sempre è reo, cioè debitore, conciossiachè sempre si punisca nella coscienza»: non avrebbe il traduttore aggiunto quasi a modo di chiosa « cioè debitore », se in tal senso 1 reo ’ non fosse stato inteso comunemente.

Lo stesso significato ha pure in una canzone di Chiaro Davanzati (' La mia fedel voglienza ’, Vat.

3793, n° cexlj, st. 4*) : Slmilemento, io creo, madonna, m’adiveno conio quelli ehe* tono d» buon sengnore in fé*»,