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Pagina:Vita nuova.djvu/389

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1 xxxti VITA NUOVA XXXII 5 85 però ehe gli occhi mi sarebber rei, molte flate più ch’io non vorria, lasso! di pianger sì la donna mia, che sfogavsser lo cor, piangendo lei.

1. PERÒ CHE GLI OCCHI CCC.

Grande incertezza nello edizioni e nei commenti per questo passo, e pel diverso modo d’intender lasso (lusso!, stanco, lascio) e per le molte varianti nella lezione del- T ultimo verso della quartina (sfo- gasscr, sfogassi, sfogherei, affoghc- rieno). I codici non ammettono possibile se non la lezione che noi abbiamo adottata. Difatti ch’io sfogherei è del solo b, e, per i soliti imprestiti da questa famiglia, di p : ch’affoghcricno non ha fondamento noi codici che rimangono (anche Rediano citato dal Torri e dal Witte a conferma di tale lezione legge invece che sfogasser), ed ò probabilmente un acconciamento della Giuntina per dare nn senso alla quartiua, clic con sfogherei, datole dalle suo fonti, non riusciva sodisfacente; che sfogasse è di YVC e Laur. XL 44, ma non di Kediano, comeabbiam visto; gli altri hanno tutti che sfogasser, e come lezione comune ad ambedue le tradizioni a e P si può accettare per sicura.

Il Casini, che fu primo a ri metterla nel testo, intese : « 0 animi gentili, venite, poiché lo consiglia un sentimento pietoso, ad intendere i miei sospiri, che se n’escono sconsolati dal cuore, e sono tali che bastano a tenermi in vita ; perchè, se a sfogo della mia tristizia, avessi solamente il pianto, l’eccesso di esso mi farebbe morire » ; e seguendo più alla lettera il codice ohigiano: « perocché gli occhi mi farebbero maggior male [cho non i sospiri], molte volte che io, stanco di piangere così la mia donna, non vorrei clic sfogassero l’animo mio col piangerla».

A me pare che il più, così posto coiu’ò, non si possa staccare da ch’io non vorria, nò ricongiungerlo con rei, e che il senso generale n’ esca troppo «forzato. E preferisco intendere che gli occhi, se non avessero l’aiuto dei sospiri, non riuscirebbero spesso a piangere in modo da sfogare l’animo del poeta ; o più precisamente * gli occhi mi rimarrebbero, molto più spesso ch’io non vorrei (lasso!), debitori di piangere in modo da sfogare il core * ; onde la necessiti che suppliscano i sospiri (cfr. un [Km- siero simile in principio della canz.

Gli ooehi dolenti, XXXI 8). Notò già il Witte: «'Reo* è il debitore che non paga il suo debito.

Gli occhi dovrebbero sparger lagrime quante bastassero per isfo- gare gli aflauni del cuore; ma pur troppo sposso (‘ Molto fiate più ch’io non vorria’) ne rimangono rei, non fanno quel loro dovere sì che il poeta vi sfogasse [il Witte legge sfogassi] lo suo cuore ». Giù in latino (cfr. Fokcklllni, s. v., $ 2) « a iurisconsultis reus dici tur interdura qui aliquam rem prae- stare tonotur » ; e agli esempi ivi addotti si può aggiungere anche un esempio di reitas citato dal Du Cange e da lui male interpretato 4 proprietas ’ : ltem quod om- ncs terrae et posscssiones, qiiac te- nentur ab hoininibns jurisdictionis