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l introduzione


Il codice non ha segni speciali, e neppure iniziali colorate, per una distinzione del testo in paragrafi. L’amanuense fa capoverso, oltre che al principio delle poesie, a III 15 e al principio dei §§ VIII, XIII, XXIV, XXV e XXVII.

31. Marciano ital. X, 20 (Mc)

Questo volume contiene due codici diversi, ambedue del sec. xv, o di poco posteriori, riuniti, oltre che dalla antica legatura, anche dall’unica numerazione delle carte, fatta modernamente, che va da 1 a 84. Contiene l’uno (cc. 1-34), in tre quinterni e un duerno, la Vita Nuova; contiene l’altro (cc. 35-84) il Convivio. Sulla pergamena che fa da guardia anteriore si legge: Questo libro e di lucha di simone della robbia; a c. 84b sul tergo della carta ove termina il Convivio Tommaso Giuseppe Falsetti annota: «Questo codice è famoso, perchè l’ediz. delle Prose di Dante e del Boccaccio Fir. 1723 in 4 è stata formata sopra d’esso....» Il codice venne infatti alla Biblioteca Marciana coi codici del Farsetti, e fu indicato al n.° CVII della Biblioteca manoscritta Farsetti (Venezia 1771, vol. I, p. 283-84).

La Vita Nuova ha le divisioni colle modificazioni introdotte nella copia del Boccaccio; non però nei margini, ma rimesse nel testo, sempre dopo le poesie, anche nella parte delle rime dolorose, nonostante la dichiarazione di Dante al § XXXI 2: «Ed acciò che questa canzone paia rimanere più vedova dopo la suo fine, la dividerò prima che io la scriva: e cotale modo terrò da qui innanzi». In testa a c. 1a in rosso: Comincia una operetta dello illustrissimo poeta dante alighieri difirenze chiamata Vita nuova. Da ultimo un semplice Finis.

Quanto alla divisione in paragrafi, soltanto al principio del § II e III non si ha nè il capoverso nè altro segno di distinzione. Il testo reca in margine alcune varianti di mano del copista; ad es., II 4 al. appariua (nel testo: appena), XIV 5, spiriti (nel testo: [distrutti li miei] pensieri). Altre correzioni marginali sono dovute a una mano diversa, non molto posteriore, come al § XIX 10, offesa (nel testo: cosa), XXIII 22, se morto (nel testo: morrati). Una terza mano, assai più moderna, ha corretto e supplito più largamente, ed è di A. M. Biscioni.

32. Marciano ital. IX, 191

Questo codice, che fu di Apostolo Zeno come si ha da un ex-libris che è nell’interno della coperta anteriore, fu messo insieme sui primi del secolo xvi, da Antonio Isidoro Mezzabarba, che lasciò memoria di ciò sulla seconda guardia: Io Antonio Mezzabarba veneto de luna et laltra legge minimo de i scolari ho scritto tutto questo libbro di mia propria mano, nulla mutando ouero aggiungendo di quello, che io in antiquissimi libbri trouai scritto, Ad laudem Dei et gloriosae