Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/200

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19

Chi poi ridir sapria quanto intervallo
richieggan tali uffizi e tai faccende?

Certo fra la toletta ed il cristallo
sett’ore per lo men ciascuna spende.

Ed essere invitata al gioco e al ballo
assai per tempo Fillide pretende,
ché in festivo cimier voglionsi spesi
fra teorica e pratica due mesi.

20

Tale solean di Sibari le donne
ai pubblici conviti, ai balli, ai canti,
come testificar 1* istoria puonne (0,
esigere l’invito un anno avanti,
onde pensar con agio a le lor gonne,
a l’abito, a le scarpe, ai merli, ai guanti,
e a pettinar la chioma in vari modi
or sciolta a l’aria ed or avvinta in nodi.

21

Ma giá ferve il lavor, giá mise in opra
la creatrice mano i fondamenti.

Parmi che la fortezza un po’ si scopra
e poi s’innalzi e poi maggior diventi.

Con due mani l’artefice si adopra
in fiancheggiarla a tutti quattro i venti :
ecco il cucuzzol de la torre in alto,
ecco le mezze lune, ecco lo spalto.

22

Salve, robusta inespugnabil ròcca,
dove pose Cupido il suo quartiere,
dove la sua balestra intorno scocca
e la gente che passa uccide e fere.

Cosi del marzio crin solo una ciocca
.per lunga etá non veggasi a cadere,
e nel quartier felice abbia in eterno
il capitano Amor seggio e governo.

(1) V. M. Bi.anchard.