Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/329

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POESIE VARIE ED EPIGRAMMI

Ah, s’è vero tutto ciò,
so ben io quel che farò:
io ti voglio certo certo
gastigar secondo il merto.
Domattina (bada, o amico,
bada pure a quel che dico)
domattina in fretta in fretta
per un’agile staffetta
mandar voglio
certo foglio

al prussiano, al tuo famoso
Federico bellicoso.

E dirogli che Algarotto
si scherzevole, si dotto,
si ripien di venustá
greca e tosca (ei ben lo sa);
Algarotti fino e lindo,
che a le vergini di Pindo
consecrò Pamor primiero,
oggi è fatto un gran guerriero.

Che avverranne? Inteso questo,
chiameratti presto presto
fino ai gelidi Trioni
e agli stessi padiglioni
dove accampa, e dove sembra
ch’egli indurisi le membra,
cinto d’elmo e di lorica,
tra la fame e la fatica,
e scorrendo a la giornata
la Sassonia desolata.

Dove dove andranno mai
quegli scherzi dolci e gai,
e quel vivere si bello,
o Algarotti meschinello?

Ed allora
come, ah come
sparger fuora
da le chiome
e dagli abiti le usate
quintessenze dilicate,