Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/330

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e trescar soavemente
co la gente,

preparando ognora elette
gustosissime cenette
fra la gallica bottiglia
e un allegro parapiglia,
o cantando in festa e in gioco,
o danzando o stando al foco?

Senza moverti nemmeno,
su due piedi a ciel sereno
sentinella far dovrai,
ed intanto rimarrai
da la neve alta imbianchito (0,
da la bruma irrigidito,
nascondendoti le mani
in guantacci larghi e strani,
e un peloso ed un orrendo
berrettone in capo avendo,
e le spalle involte sotto
ad un ispido cappotto.

L’aspro gelo e il fiero vento
pungeranno a lor talento
di quel gaio, di quel molle
corpo Tossa e le midolle.
Andrai l’una e l’altra mano
stropicciandoti, ma invano,
e scaldandole col fiato:
ed invano stivalato
batterai col piè sonante
il terreno ad ogni istante.

(i) l r alde produci a erat hiems, et nondum exercitus germani in h iberna sese
coni ulerant [Nota del Roberti].