Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/69

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ESTER, FIGURA DELLA BEATA VERGINE

Di ministro crudel per reo consiglio
danna il perso monarca a cruda morte
il popol santo, e giá scritta è sua sorte,
né v’è scampo a fuggir il gran periglio.

Quando a sottrarlo dal fatale artiglio
afflitta prega la reai consorte,
né il cor d’ Assuero piú si tenne forte
al dolce incanto del dolente ciglio.

Cosi, Donna del ciel, quando vendetta
a noi minaccia il Nume, e irato spira
da gli atri nembi il giusto suo furore
tu, di pietá ministra e di favore,
per noi t’adopri fin che sgombra l’ira
vedi e deposta la fatai saetta.

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All’insigne oratore don Mariano Conciati che predicò in Bassano
la quaresima del 1823.

Chi detto avria che d’astinenza un figlio,
esule fraticel sotto dimesse
vestimenta non sue, tanta chiudesse
arte di favellar, tanto consiglio?

Al mover di quel labbro e di quel ciglio
corron le genti desiose e spesse.

Ei non adombra il vero, e ciò ch’ei tesse
alta dolcezza infonde, alto scompiglio.

La gran Roma il chiedea U); ma il ciel, che gode
i nostri voti udir, chiuse ogni varco
a la speranza d’ involarne il prode.

E tale ei fu ne l’eloquente incarco,
che avrebbe del parlar còlta la lode
anche dove parlare Ortensio e Marco ( 1 2 ).

(1) Egli era stato invitato a predicare in Roma nella scorsa quaresima.

(2) Quinto Ortensio e Marco Tullio Cicerone.