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le più antiche notizie 19

loro possessi in Valtellina, come fanno fede gli atti, in notevole numero, che ci rimangono e ci fanno rimpiangere i molti altri, andati dispersi.

Gli isolani, trasmigrati a Varenna, portarono incremento e ricchezza al paese, e ancor oggi rimangono traccie delle loro abitazioni, piccole case, riunite con archi, ed aventi tutte una impronta di uniformità, essendo a due piani con tre finestre ciascuna e allineate nelle strette viuzze a ripide scalinate.

Questo esilio degli isolani è stato così cantato da un poeta del Lario del secolo scorso, Paolo Fumeo, nativo di Perledo1.

. . . . . . . Alla deserta
Comacina appressossi, e tutte in mente
Già gli rifulser de’ Lombardi Regi
Le sorti alterne, e le contese, e i gravi
Odi fraterni, e la rovina e il crudo
Addio degl’Isolan, che in seno i sacri
Vasi celando sugl’ignudi scogli
Nuova patria fondava, e dell’Antica
Da Varenna scorgea l’ultimo fumo.
Stanza non v’ebbe più l’umano, e i figli
Esuli ignoran che la lor patria un giorno
Fortissima fu quella . . . . . . . . .

Una curiosa notizia che, se vera, spiegherebbe le ragioni dello stabilirsi degli isolani a Varenna ci è data dal manoscritto dell’abate Francesco Ferrari, nel quale si legge che gli isolani avevano avuto già nel passato delle relazioni con Varenna. Difatti egli narra che verso il 1123, quando ferveva la guerra cosiddetta dei 10 anni, gli isolani temendo sconfitte e saccheggi avevano portato in salvo le loro cose e ricchezze in vari siti e, particolarmente, a Varenna, dove comperarono beni e si accasarono.2.

Non è il caso di fermarsi a confutare la tesi, ormai abbandonata, che Varenna abbia cominciato ad esistere nel 1169: sappiamo dal testamento di Grato, che essa esisteva nel 769; e sappiamo che essa è certissimamente nominata nel breve di Celestino II del 1143 riguardante la Chiesa di S. Giovanni.

Pare che a Varenna si trasferissero le famiglie più cospicue dell’isola, che riuscirono ad imporsi ai primitivi abitanti del paese allora quasi sicuramente povero, e di minima importanza. Una buona prova di questo fatto l’abbiamo nel nome del luogo: per parecchi anni, dopo il 1169

  1. Fumeo Paolo, Il Bardo del Lario, Milano. Tipografia dei classici italiani, 1838.
  2. Specilegio dell’Abbatia di Acqua Fredda del Sacro Ordine Cistercense. Diocesi di Como. Pieve di Lenno. Raccolta cronologica di Don Francesco Ferrari, Abbate della stessa Abbazia, 1672. Fasc. man. nella Bibl. Naz. di Torino.