Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/324

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secoli xix e xx 315

curezza di Menaggio, di Porlezza, Bellagio ecc. Infine lo zelo spiegatovi in tale emergente renderà caro quel nome alla Patria. Sia lode di amore al vero patriota Venini».

Nel mese di giugno del 1848 viene costituita la Legione Tridentina e nel «Ruolo di rivista indicante la presenza al corpo di ciascun individuo del 7 al 27 giugno 1848» vediamo che il numero 1 di ruolo è tenuto da Giuseppe Venini di Varenna ma domiciliato a Tione che in unione a Marchetti Dott. Giacomo e a Danieli Dott. Giovanni è indicato come istitutore della Legione.

Questo Venini già proprietario della vetreria di Varenna si era trasferito in Tione nel Trentino dove aveva impiantato un’altra vetreria. Non appena scoppiati in Lombardia i moti egli si pone alla testa del movimento di redenzione nel Trentino e pone subito sè stesso, i suoi operai ed i suoi averi a disposizione della Patria.

Fra i volontari di Varenna dobbiamo annoverare Vincenzo Marcionni che partecipò alle campagne del 1848 con le truppe del generale Garibaldi.

Dopo i rovesci dell’esercito piemontese, il comitato di pubblica difesa di Milano in data 1° agosto 1848 aveva decretato:

«È proclamata la leva in massa di tutte Guardie Nazionali mobilizzabili, cioè di tutti gli uomini atti a marciare dagli anni 18 ai 40.

La marcia comincierà non più tardi delle ore 24 dopo la pubblicazione del presente decreto nel comune, e sarà inaugurata dal suono a stormo delle campane, annunciatore ad un tempo di festa per un popolo ridestato al sano entusiasmo della guerra nazionale e di sterminio per il barbaro nemico.

Le destinazioni delle guardie nazionali mobilizzate sono regolate come segue: gli abitanti del distretto di Bellano, Introbbio, Canzo, Bellagio, Luino e Maccagno si porteranno a Lecco».

L’ordine della leva in massa giungeva a Varenna e a Perledo il mattino del 2.

Nella giornata del 2, il battaglione del distretto di Bellano si metteva in marcia, al comando del maggiore Bartolomeo Adamoli con bandiera in testa. A Varenna vi erano concentrati gli uomini di Esino, di Perledo e di Varenna.

Il prevosto di Perledo dopo aver tenuto una funzione in Chiesa agli uomini armati, ed aver loro fatto un discorso caldo di patriottismo, postosi alla loro testa li accompagnò fino a Varenna.

Altro magnifico esempio di sacerdote patriota, fu Don Enrico Ruspini, curato di Varenna, egli scese col Santissimo sul piazzale della Chiesa ed impartì la benedizione alle truppe partenti1.

  1. A proposito di preti patriottici ci piace ricordare qui anche l’arciprete di Mandello del quale così parla IL N. 11 del giornale «Il 22 marzo»: La solle-