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«Raccontasi d’un fabbro-ferraio di Varenna al quale venne fatta una perquisizione e trovandosi tra i suoi ferri vecchi una baionetta rosa dalla ruggine, fu preso a fucilate».

Per quante ricerche si siano fatte, non ci è stato possibile appurare la veridicità di questa notizia.

Col ritorno degli Austriaci non si spense nei paesi del lago di Como la fiamma dell’amor di libertà.

Nella valle d’Intelvi il pensiero divenne azione per opera di un valoroso, Andrea Brenta, nativo di Varenna. Nacque costui nell’anno 1811 da umile famiglia di barcaroli, della sua vita giovanile sappiamo poco o nulla: abbiamo soltanto rilevato dai registri della pretura di Bellano che nell’anno 1829 un certo Giuseppe Lavelli di Varenna venne imputato di percosse, insulti e ingiurie a danno di Andrea Brenta, figlio di Giacomo.

Nel 1833 egli si era trasferito ad Argegno con la famiglia per esercitare la professione di oste e fornaio. Nel 1848 alle prime notizie dell’insurrezione di Milano Andrea Brenta corse a Como dove subito si d stinse nelle fazioni per scacciare gli Austriaci dalla città. Seguì quindi, secondo il Venosta1 le armi piemontesi al di là del Mincio, ove rese buoni servizi al commissario di guerra Ferranti, ed espose coraggiosamente la vita per salvare alcuni magazzeni di vettovaglie nella ritirata di Somma Campagna. Dopo i rovesci delle nostre armi lo troviamo con l’esercito piemontese ad Alessandria, si unì quindi a Garibaldi e quando le truppe garibaldine si sciolsero egli emigrò nel Canton Ticino.

Fu allora che prese contatto con Mazzini e ne subì l’ascendente - Inscrittosi nel comitato insurrezionale di quando in quando egli audacemente varcava il confine e si spingeva fino Como per divulgare i proclami del Comitato.

Nella seconda metà del mese di ottobre A. Brenta forse spinto dal Mazzini, con alcuni compagni si aggirava per la valle d’Intelvi allo scopo di sollevarne gli abitanti. Gli Austriaci venuti a conoscenza della cosa, mandarono da Como ad Argegno, in battello, un reparto di truppe che giunse il mattino del 26 ottobre nella valle. Il Brenta mosse incontro agli Austriaci e appostò i suoi uomini parte al di là della chiesa di San Pietro di Dizzasco e parte a Sant’Anna sulla strada che conduce a Schignano.

Col Brenta trovavasi l’avv. Giuseppe Piazzoli che si era posto a capo degli insorti della valle. Quando gli Austriaci furono a portata di tiro, incominciò lo scambio di fucilate; il combattimento fu breve, perchè gli Austriaci credendo che i loro avversari fossero in numero considerevole, e spaventati dalle grida dei valligiani che si approssima-

  1. Venosta Felice. I martiri della rivoluzione lombarda. Milano, 1861.