Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/487

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parla di una donazione di un pezzo di terra che Ferollus de Balbieno fa alla chiesa di Sant’Antonio di Vezio.

L’ordine col quale sono trascritti i testimoni nell’atto, ci fa pensare che in quel tempo le chiese di Varenna dovevano essere subordinate a quella del Monte di Varenna, in quanto che il prete di S. Martino è chiamato Preposto, mentre gli altri due sono solamente beneficiali.

Interessanti per i rapporti tra il feudatario ed il paese è il seguente Capitolo dell’anno 1432Fonte/commento: 527 concordati fra gli uomini e comune di Varenna ed il magnifico e prestantissimo Lorenzo da Pesaro feudatario:

XI I castelli ossia le rocche di Varenna siano lasciati alla custodia e potestà del Comune ed uomini di Varenna. Si fa osservare che il castello fu ed è proprietà della comune ed uomini di Varenna. L’Illustrissimo signor nostro, il signor Duca di Milano, nè i di lui antecessori non ebbero mai pretese, ne mai si intromisero per averne la custodia e solo somministrarono al Comune le munizioni necessarie quando occorrevano per la difesa1.

In una minuta esistente nell’archivio prepositurale della chiesa di San Martino di Perledo, senza data, ma probabilmente del secolo XVII, troviamo la seguente annotazione: «turrim appellata de Vetio fuisse edificata in bonis parrocchialis Sancti Georgi de Varena constat instrumento rogatum per Ser Georgium Serpontem a. 1553 die 20 Januari Turrim illa fuisse aedificata a primis fundatoribus et incolis Varenae illis temporibus expulsi ab antiquo civitate insulae constat historia Iovis historiographus comensis».

Nello stesso strumento del notaio Giorgio Serponti troviamo che il parroco di Varenna Pompeo de Ascanis dà in affitto per sette anni a Pietro de Tarelli figlio del q. Bartolomeo Zuccaroli abitante in Vezio una pezza di terra in territorio di Varenna «ubi dicitur ad turrim» affitta il solo terreno, ma non la torre, è detto nello strumento, il che prova che nell’anno 1553 la torre era proprietà della chiesa di Varenna.

Nella predetta minuta dell’archivio di Perledo troviamo un altra importante annotazione: «Anno 1598 dum lis de dicta turri penderet inter Eccell. Ducem Herculem Sfondratum et homines Valissassinae; fuit formatus processus per dominum Tabernam tunc Vicarium Generalem Status Mediolani in hac parte delegatimi ab Exccell.mo Senatu. In quo processo..... servitores Montis Varenae examinati........ aut dictam et plures alij negabant, de quibus omnibus edocti et instructi sunt D. Bartolomeus Tenca et d. Camilius Furnius ambo Seniores burgi Varenae...» Però nel manoscritto di Paride Torriani che è del 1571 parrebbe che la torre fosse ancor ben conservata. Infatti in esso si legge: E’ questo Vetio luogo molto fruttifero et fecondo de boni vini, gli siede avanti la terra una chiesuola de Santo Antonio, et sopra una collinetta

  1. A. S. M. Cod. diplomatico.