Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/49

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nesi e la famiglia Chiaramonti, che aveva molti possessi sul lago fra i quali Varenna, i Chiaramentesi dovettero cedere ai nemici, Varenna e Gardola. Più tardi i Gravedonesi fortificarono Bellano e Varenna1.

Nessun documento che parli del dominio dei Chiaramonti in Varenna ci è stato possibile rinvenire, ed abbiamo riportate qui queste notizie come sono riferite dal cronista; nè ad alcun documento possiamo appellarci per ciò che riguarda le fortificazioni di Varenna. Anzi come diremo più avanti la costruzione della fortezza di Varenna sarebbe stata iniziata solamente nel 1451.

Può anche darsi che lo Stampa intenda alludere al castello di Vezio, ma, se ciò fosse, questa notizia sull’età di tale castello sarebbe in contrasto colla nostra opinione che lo crede molto più antico. Ma di ciò parleremo lungamente al momento opportuno.

Il Monte di Varenna seguì sempre la sorte della Valsassina, la quale fu pure feudo arcivescovile, ebbe però una sub infeudazione alla famiglia Della Torre, alla quale obbedì fino al 1300 circa, per ritornare dopo all’arcivescovo che vi tenne l’alto patronato.

La Valsassina era divisa in quattro squadre delle quali una era chiamata la squadra dei monti ed abbracciava i monti di Esino, di Varenna, di Dervio e di Muggiasca.

Nella pubblicazione sul Santuario di Lezzeno, il sacerdote Luigi Vitali, racconta che il giorno 9 settembre 1341 la chiesa di S. Giorgio di Bellano venne rovesciata, e completamente distrutta dalla violenza delle acque del fiume Pioverna straordinariamente ingrossate.

Secondo una tradizione conservata in paese la pala dell’altare maggiore raffigurante San Giorgio, galleggiando sulle acque del lago, sarebbe stata raccolta dagli abitanti di Varenna che avrebbero eletto a loro patrono S. Giorgio2.

In un atto del 1368, che riguarda la chiesa di S. Antonio di Vezio,3 appare che la chiesa di S. Giorgio di Varenna, in quel tempo, doveva essere subordinata a quella di Monte di Varenna, perchè Don Cresino de Manticis v’è chiamato preposto della chiesa di S. Martino di Perledo, mentre, Giovanni de Zobio della chiesa di S. Giorgio di Varenna e Bertramo de Cella della chiesa di S. Giovanni sono chiamati solo beneficiali. L’atto tratta della donazione di una pezza di terra che Ferollus

  1. Monti Santo, Ristretto ovvero Piccola Cronaca degli Annali Gravedonesi di Antonio Maria Stampa nel 1715 in Periodico della Soc. Storica Comense anno 1901, vol. XIV.
  2. Vitali Luigi, Il Santuario della Madonna di Lezzeno. Tipogr. Boniardi, Pugliani. 1888.
  3. Di questo atto riparleremo nell’apposito capitolo dedicato a Vezio.