Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/234

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222 annie vivanti


— Ah, — sospirò la signora Van Osten. — Perchè sono necessarie queste cose? Perchè... perchè sono così iniqui gli uomini?

Dopo una breve pausa Aldo chiese piano rispettosamente, con voce di circostanza:

— Mi sarebbe lecito di chiedere chi è la... la persona... per la quale... il signor Van Osten...

— Che domanda impertinente! — disse la giovine donna. — Ma tanto vale che ve lo dica. Tutti lo sanno. È Madeline Archer, quella delle danze erotiche: quel rettile, quella strega, che balla al Hammerstein vestita di calze nere, di giarrettiere rosa, e d’una collana di perle! Ha reso infelici tutte le mogli di New York.

Aldo scosse il capo con aria di compatimento e di rammarico.

Frattanto i suoi pensieri erano agili e chiari.

— Se... — azzardò egli, quando la vide alzarsi per partire, — se ci fosse qualche sua amica, qualcuna delle mogli di cui parlava or ora... che desiderasse... che volesse... insomma, a cui io potessi essere di qualche utilità...

— Oh, questa è bella! oh, questa è divina! — esclamò la piccola Van Osten, dando in una folle risata e congiungendo le mani. — Ma voi siete delizioso! siete indescrivibile! siete inaudito!

E rise, e rise tutta scossa dall’ilarità.

Rise anche Aldo, contento di essere così comico.

— Quanto prima aprirete un ufficio: «Asilo di soccorso per le mogli tradite... Il Perfetto Suscitatore di gelosie nei mariti negligenti o infedeli... Successo garantito. Prezzi moderati. Diploma. Referenze».

— Buona idea! — disse Aldo, ridendo. E in cuor suo trovava infatti che l’idea era ottima.

Essa cessò di ridere, improvvisa e un po’ pallida.

— Dite un po’, non sarete poi mica un ricattatore, eh?