Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/345

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i divoratori 333


— Ma quando avete preso una decisione, non dovete rimpiangerla. Ricordatevi che se volete che vostra figlia sia un’aquila, dovrete strappare le ali vostre, e darle a lei.

— Ogni singola piuma! — disse Nancy, con un pallido sorriso.

— E quando gliele avrete date, — disse il Selvaggio, — ella le stenderà... e vi volerà via.

— Lo so, — disse Nancy.

— E voi resterete sola.

— Sì, — disse Nancy, pensando agli anni a venire.

E per veder lontano, chiuse gli occhi.

XIX.

Il Selvaggio rimase a Praga dieci giorni e condusse Anne-Marie sulla Moldau, e alla montagna bianca, e al Monte Petrino.

Ed ecco giunta la sua ultima giornata. Venne nella mattinata, e invitò Miss Brown, sola, ad accompagnarlo alla vallata della Sarka. Miss Brown — egli sempre così la chiamava — accettò, pallidetta e quieta.

Era una fulgida giornata estiva. La campagna era tutta accesa di papaveri rossi, come un cappello della festa da sguaiata provinciale.

Il cuore di Miss Brown era triste.

— Parto stasera, — disse il Selvaggio, — alle otto e quaranta.

— Lo so. Me l’avete già detto venti volte, — disse Miss Brown.

— Mi piace che ci pensiate, — disse lui; ed ella non rispose. — Vado nelle mie miniere nel Transvaal...