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i divoratori 395


«Alle mie vuote braccia, al mio triste e solitario cuore! Vieni, Nancy. Vieni subito. E per sempre».

XXVIII.

· · · · · ·

«Caro Selvaggio, diletto amico mio,

«Il tuo richiamo mi scuote il cuore. Tutti i miei desideri, tutti i miei sogni uniscono le loro voci alla tua, gridandomi di andare da te.

«Ahimè! Una piccola preghiera che la povera Fräulein mi faceva dire quando ero bambina mi sussurra il puerile ritmo nell’orecchio; e quella voce piana vince e affoga le grida dei miei disperati desideri. La conosci tu, la piccola orazione dei tre angeli che la notte stanno intorno al nostro letto?

Angelo bianco (angelo di Dio!)
Deh, stendi l’ali sopra il capo mio.

Angelo azzurro (angelo di Maria!)
Tieni la mano sulla mano mia.

Angelo d’oro (angelo di Gesù!)
Tienimi il cuore e non lasciarlo più!

«Per tanti anni ho ripetuto quella preghiera che forse gli angeli l’hanno udita. Ed ora, come posso io venire da te così legata?