Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/408

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396 annie vivanti


«La Chiesa e la Legge, come i due primi angeli, mi tengono prigioniera; e tu sai che la mia piccola anima convenzionale rifugge da ciò che è irregolare e vietato. Ma fossi io libera come l’aria per accorrere a te — il Terzo Angelo rimane. E il Terzo Angelo mi tiene il cuore.

«Anne-Marie è il terzo angelo. Anne-Marie mi tiene il cuore nelle manine candide. Come potrei strapparlo a lei?

«Dimmi tu, dimmi tu! Come potrei lasciarla?

«O allora, come potrei condurla con me? Pensa — pensa e rispondi.

«Caro Selvaggio, io sono una delle «divorate». Non esisto più. La mia piccola Anne-Marie mi ha divorata. Ed è giusto, ed è bello, ed è santo che sia così. Essa mi ha consumata, e io ne sono lieta. Essa mi ha annichilita e io ne sono riconoscente.

«Poichè è questa l’eterna legge, inesorabile e magnifica: che a queste vite date a noi, la nostra vita devo essere data.

«Ed io — come tutte le madri — estasiata e a ginocchi, dò la mia vita alla creatura inconscia che la esige.

«Ecco: io ricado nell’ombra: la mia corsa non finita, la mia méta non raggiunta, la mia missione non compiuta. Che importa? Ciò che a me fu negato, sarà dato ad Anne-Marie. Mia figlia raggiungerà le vette ch’io non ascesi. Per lei sarà la Gloria ch’io non conquistai.

«O amico e amato mio, alla cui tetra sorte io debbo aggiungere questo dolore: comprendimi e perdona! Nella mia vita non vi è posto per l’amore. La mia vita è tutta turbine ed agitazioni, tutta fretta e furia, tutta ansia e febbri, e treni che corrono, e voci che gridano, e mani che applaudono...

«Non vedi tu la nostra esistenza come in un quadro? Il Pifferaro della Leggenda che turbina, suonando e dan-