Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/83

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i divoratori 71


Mentre gli amanti così, quasi per celia, invocavano la Morte, — lontano, nella Casa Grigia, quella macabra Visitatrice si era avvicinata, si era tolto il velo dall'orrore del viso, ed ora batteva, batteva alla porta... Un mattino la signora Avory, svegliatasi, trovò l'ultima delle sue figlie convulsa, con le labbra intrise di sangue.

Un dottore chiamato in gran fretta aveva suggerito: Davos! Uno specialista venuto da Londra aveva ripetuto: Davos!

Otto giorni dopo, la casa era chiusa, la servitù licenziata. Fräulein, disciolta in lagrime, era migrata in una famiglia americana del vicinato. Valeria, pallida e triste, e la piccola Nancy, singhiozzante e aggrappata al collo di Edith, avevano detto «Addio! Addio!» ed erano partite per l'Italia con lo zio Giacomo.

Edith e sua madre, tragiche e sole, volsero i passi verso le cime dove brilla eterna la neve e la speranza.

XI.

Davos scintillava adamantino e terso nel sole invernale.

Edith giaceva sulla terrazza dell'Hôtel Belvedere, con una coltre ravvolta intorno alle ginocchia e un parasole aperto sul capo.

Era felice. Sua madre le aveva allora allora portato una lettera di Nancy.

La piccola Nancy, che l'aspettava in Italia — (oh, non avrebbe avuto molto da aspettare! Ancora un po' di tempo, ed Edith sarebbe completamente guarita!) — le scriveva una lettera, tutta d'amore e di tenerezza, dicen-