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176 | Naja Tripudians |
momento entrava portando un piccolo astuccio, glielo prese di mano, l’aprì, e ne tolse qualche cosa di lucido e brillante.
— Cos’è? — chiese Myosotis a Neversol, che aveva traversato la sala e s’avvicinava a loro, — cos’ha quella povera bestia da gridare così?
— È morfinomane — disse Neversol crollando le spalle con gesto di disgusto.
— Come? — esclamò Myosotis.
— Cosa vuol dire? — chiese Leslie, sbarrando gli occhi.
— Vuol dire, — disse il giovane gettando un cuscino ai loro piedi e lasciandovisi cadere, — vuol dire che noi, depravati, per non goder soli e non soffrir soli, amiamo dare i nostri vizi agli altri.... a tutti gli altri! È questa — soggiunse con una piccola risata amara — una caratteristica speciale di tutti gli auto-avvelenatori. Però dico francamente, per conto mio, le bestie.... le lascerei stare.
Alzò gli occhi per guardare le due bionde fanciulle che lo ascoltavano sbigottite, attonite, come s’egli parlasse un linguaggio a loro sconosciuto.
Frattanto Totò aveva smesso di suonare, e, a un cenno di Lady Randolph, le si era avvicinato.