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192 Naja Tripudians


— «È un dolce pensiero,» ripetè, — «giacere tra le ginocchia di una fanciulla».

Leslie si era voltata e il sorriso le si agghiacciò sulle labbra.

— Cosa fate a mia sorella! — esclamò. — Perchè la tenete così?

E con ambo le piccole mani e colle unghie tentò liberare dalla stretta di Neversol le mani di Myosotis.

Neversol rise e abbandonò la stretta; poi diede una tiratina di capelli a Leslie.

— Se tu farai come il gatto, — disse, mostrandole la mano graffiata dalle unghie aguzze di lei, — ti daremo lo stesso rimedio che a lui.

Poi, rivolto a Myosotis: — Vi ho fatto male? — chiese, prendendole una mano e guardando il cerchio rosso che la sua stretta aveva lasciato sul delicato polso. — Povera manina!

E alzandola alle sue labbra, la baciò.

Myosotis piangeva e non rispose.

Neversol si chinò verso di lei:

— Siete stanca, — disse. — Non vorrete già stare ad aspettare l’arrivo del.... personaggio? Non è vero? Ebbene, andate a dire a Milady che vi volete cambiare la veste; e poi salite nella vostra camera.