Pagina:Vivanti - Sorella di Messalina.djvu/69

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— Fingete? — esclamò Alberto con una risata amara, — Se vi limitaste a fingerlo!

— Sì; da principio fingiamo soltanto. Per inquietarlo, per destare la sua gelosia, per tenerlo e trattenerlo, mostriamo d’interessarci ad altri, d’incoraggiare gli altri, gli estranei, gli intrusi che ci sono perfettamente indifferenti, o anche perfettamente odiosi.

— Già, — -fece Alberto ironico.

— E poi... e poi... visto che tutti gli uomini press’a poco si assomigliano e si equivalgono...

— Ma bene! bene! — proruppe Alberto, con un’aspra risata.

— ... e visto che l’ammirazione altrui ci rialza il morale, ci rende più gioiose, più gaie, più padrone di noi... e quindi più padrone anche degli altri...

— Allora?

— Allora... per ridarci sicurezza, per renderci più affascinanti agli occhi di colui che amiamo, incoraggiamo il nuovo arrivato finch’egli, a sua volta, s’innamora di noi. Sempre — divagò Raimonda, — l’uomo s’innamora della donna che ha l’aria di promettere e di non voler mantenere, della donna che ride di lui e piange... non per lui!

— Avanti! — fece Alberto, coi denti stretti. — Avanti pure!