Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/101

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madre, curva sopra il braccio di quell’uomo. Il piccolo viso le si fece di fiamma. Gettando per terra le pantofole corse a rifugiarsi nell’angolo accanto a Chérie, e le nascose la faccia in seno.

«Toh! Toh! la viperetta!» esclamò Von Wedel con una grossa risata, prendendo un altro sandwich. «E da bere cosa ci date? Non questi sciroppi, spero?» additando con disgusto l’aranciata e la granatina. «Vogliamo dello champagne! Eh, Glotz? Cosa ne dici? Piper Heidsieck, Extra Dry.»

«E del cognac,» aggiunse Fischer che stava esaminandosi il braccio. «Questa graffiatura mi fa maledettamente male.»

Vi fu un istante di silenzio, indi Chérie facendo un rapido passo verso la porta, disse: «Vado a prendere il cognac.»

«Vengo anch’io,» esclamò Mirella.

«No, no, no, no!» rise Von Wedel afferrandole, ciascuna per un braccio. «Voialtre volete scappare! Conosco le vostre malizie. Niente affatto. La viperetta starà qui. E la colombella» — si chinò col viso vicinissimo a quello di Chérie — «la colombella verrà con me a farmi vedere dove si trova il cognac e lo champagne.»

«No! No! voglio venire anch’io!» strillò Mirella avviticchiandosi al braccio di Chérie.