Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/110

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98 annie vivanti

stre le camere!» E piegandosi in avanti e spalancando gli occhi, la fissò in modo assai significativo.

Luisa si guardò selvaggiamente attorno, come un povero animale preso in trappola.

Essa vide Von Wedel e Feldmann che tenevano in mezzo a loro Chérie e la forzavano a bere nei loro bicchieri; vide Glotz che si girava e rigirava sullo scanno del pianoforte, imbambolato ed impassibile; e vide quest’uomo di fronte a lei che si sporgeva avanti, che ammiccava lubrico e suggestivo — così vicino che essa ne sentiva in faccia l’alito caldo ed acre. Il nemico! Era il nemico. L’uomo dai piedi imbrattati di fango e di sangue.... ecco, egli tendeva la mano.... la toccava!

Allora Luisa cadde in ginocchio e trasse giù a ginocchi anche la piccola Mirella. Tendendo in alto le mani giunte, levò su di lui il volto rigato di lagrime.

«Le vostre bambine — voi avete delle bambine a casa vostra — ebbene, sono a letto, le vostre bambine! Dormono!... Sono al sicuro... Sono sane e salve, ben chiuse nella loro casa. — Che Dio ve le guardi! Che Dio ve le protegga! Ma voi, oh! abbiate pietà! Proteggeteci! Abbiate cura di noi!... Siate buono — siate