Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/111

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vae victis! 99

buono!» E cadde prona davanti a lui colla testa a’ suoi piedi, mentre la piccola Mirella, con rapide lacrime che le scorrevano per il sottile viso alzava lo sguardo implorante su di lui e gli toccava la mano colla piccola mano tremante.

Egli abbassò lo sguardo su quelle due figure inginocchiate ed aggrottò le ciglia.

Sì... è vero... Aveva pure a casa sua, in Mainz, tre piccole bambine, tre buone bambolette bionde. Eh, sì! Bene per loro che erano a Mainz e non nel Belgio. Ma per Dio! Erano delle bambine tedesche, quelle; mentre questa gente qui — Nemici erano... erano belligeranti. Borghesi, se si vuole, ma tuttavia belligeranti.

Il suo sguardo si abbassò su quel capo di donna curva ai suoi piedi, su quella testa bruna, su quelle esili spalle in sussulto.... Poi i suoi occhi si volsero e si fermarono sul bianco viso infantile che la bambina levava su di lui.

«Belligeranti....» brontolò; e tosto fece un cipiglio più che mai fosco ed arcigno. Poi d’un tratto il volto gli si contrasse; ebbe negli occhi un tremolio annebbiato.

«Via dunque!» ordinò con voce secca e rauca. «Via! Via subito! tutt’e due! Andatevene! Nascondetevi. In cantina — in soffitta — dove