Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/217

Da Wikisource.

vae victis! 205

«Scusi, signore. È una di quelle persone forestiere che stanno in casa della signora Whitaker.»

«Ah, va bene. Fatela entrare in salotto ed avvertite la vostra padrona.»

«Scusi, signore,» insistette timidamente la cameriera, «questa signora ha chiesto proprio di Lei. Ha detto che desiderava» — un lieve sorriso balenò sull’amabile volto di Parrot mentre citava l’inglese esotico della straniera — «che desiderava parlare al Signor Ecclesiastico in persona.»

«Va bene,» sospirò rassegnato il Vicario. «Fatela entrare.»

Collocò un ferma-carte sulle sue cartelle, si alzò e andò al caminetto; ivi in piedi colle spalle al fuoco attese la sua visitatrice.

Questa entrò — una figura alta, vestita di nero — e fissò sul Vicario due pupille di fuoco e di velluto, risplendenti in un viso pallidissimo.

«Signora, vogliate accomodarvi,» disse il Reverendo. «In che cosa vi posso servire?»

«Perdoni...» balbettò la straniera, sommesso, «posso parlarvi in francese?»

«Mais certainement, Madame,» fece il cortese prelato che, venti o trent’anni prima, aveva studiato sur place con benevola attenzione le domeniche peccaminose del Continente.