Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/250

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mi piace,» ella osservò pensosa. «Per esempio, le donne inglesi — non è che non mi piacciano...

ma non le capisco. Sembrano — come dire? — così rigide, così aride d’anima....» Aveva staccato un ramoscello di bacche invernali e con esso giocherellava distratta camminando accanto a lui. «Pare sempre che abbiano paura di essere troppo espansive o troppo cortesi.»

«E’ forse vero,» riflettè Giorgio.

«Appena arrivate qui, vostra sorella ce ne parlò per metterci sull’avvisato. — Guardatevi bene — disse — dal far vedere ad una donna inglese che avete della simpatia per lei. Qui non si usa; e sareste fraintese.»

«Perfettamente,» osservò Giorgio. «A noi non piacciono le effusioni esagerate. Se siete molto amabile si pensa subito che avete bisogno di qualche cosa; che state per chiedere denari o qualche altro favore.»

«Che strana idea!» esclamò Chérie.

«Eppure è così. Dovreste vedere mia madre com’è squisitamente villana colla gente che incontra per la prima volta! E’ questo il segreto dei suoi grandi successi in società.»

Chérie rise. Giorgio, dopo un momento di silenzio, parlò esitante:

«E.... e gli uomini di questo paese? Vi piacciono poco anche quelli?»